Convivenza o Matrimonio?

Convivenza o Matrimonio? Riflessioni su una scelta di vita… Lo certifica l’ISTAT con il report “Matrimoni e unioni civili” relativo all’anno 2018. In Italia, i matrimoni civili sono stati il 50,1%, nel decennio 2008-2018 i matrimoni sono passati da 246.613 a 195.778. La diminuzione dei primi matrimoni è da mettere in relazione in parte con la progressiva diffusione delle libere unioni. Queste, dal 1997-1998 al 2017-2018, sono più che quadruplicate passando da circa 329mila a 1 milione 368mila. L’incremento è dipeso prevalentemente dalla crescita delle libere unioni di celibi e nubili, passate da 122mila a 830mila circa, il rapporto così si esprime: “Questa modalità del fare famiglia è sempre più diffusa anche nel caso di famiglie con figli; l’incidenza di bambini nati fuori del matrimonio è in continuo aumento: nel 2017 quasi un nato su tre ha i genitori non coniugati”.
I dati parlano da soli gli italiani preferiscono la convivenza al matrimonio, il rito civile al religioso e ci si sposa sempre più in età avanzata. Perché? Il matrimonio come istituzione giuridica è sinonimo di “stabilità”: nella scelta definitiva del partner, nella situazione economica della famiglia, nell’accoglimento della prole. Oggi, questa definizione attribuita al matrimonio può essere facilmente assimilata al nuovo modello di unione ovvero la convivenza. Nello stesso tempo moltissime coppie giovani preferiscono la convivenza anche come formula temporanea a causa degli obblighi sociali imposti dalle consuetudini legate al matrimonio: festeggiamenti e formalità del caso. Principalmente la scelta è dovuta alle scarse risorse economiche delle giovani coppie, altra categoria di persone che scelgono la convivenza sono coppie con già un matrimonio alle spalle o semplicemente molto anziane. I dati parlano chiaramente l’istituzione del matrimonio è in forte declino, soprattutto quello religioso. L’indagine prodotta da DOXA evidenzia che nel quinquennio 2014 – 2019 la popolazione cattolica perdeva un 7% soprattutto tra i giovani, la percentuale di persone che si dichiara cattolico supera il 70% nella fascia degli over 50.
Gli indizi ci sono tutti, ci si sposa meno a causa di tre principali fattori derivati da comportamenti sociali: meno credenti, minori risorse economiche, scarsa propensione all’impegno pubblici.
I credenti cattolici in primis perdono terreno soprattutto tra i giovani, categoria più in affanno dal punto di vista economico con la conseguenza di evitare legami che potrebbero rendere il futuro dei singoli pieno di difficoltà. La giurisprudenza italiana, oggi, agevola e tutela i liberi legami tra singoli. In prospettiva futura tra 20 anni il matrimonio potrebbe essere abrogato e sostituito dalle normative a sostegno della convivenza e il vecchio istituto matrimoniale potrebbe essere relegato alla sola sfera religiosa. Convivenza o Matrimonio? Oggi ci si sposa sempre di meno e la tendenza continuerà a crescere, tra matrimonio e libere unioni non c’è nessuna discriminazione giuridica tranne nell’obbligo alla fedeltà tra i coniugi (art. 143 del codice civile). Per la religione cattolica il matrimonio è un sacramento da cui scaturiscono le “grazie” necessarie all’equilibrio positivo della coppia, le “grazie” sono particolari doni offerti da Dio agli uomini che vivono secondo la sua legge e in armonia tra di essi. La visione di unione uomo-donna dal punto di vista religioso è trascendente e orientata alla vita ultraterrena molto distante dalla percezione di “unione” diffusa nella nostra società post cristiana. Il matrimonio è una scelta responsabile orientata al “per sempre” a differenza della convivenza “poi vediamo…” Il problema evidente della società di oggi è la scarsa propensione ad adottare “responsabilità” senza diritto di recesso, ormai condizione indispensabile per tranquillizzare gli italiani a prendere qualsiasi decisione.
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